Elliott Smith muore il 21 Ottobre 2003, il poeta lo-fi che sussurrava ferite
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Ricordiamo Elliott Smith venerato da chi conosce la sua arte

🎚️ Intro – Chi era Elliott
Elliott Smith (8 agosto 1969, Omaha) cresce a Duncanville (Texas), poi trova casa creativa a Portland: pianoforte, chitarra, quattro piste, gli Heatmiser e quindi i dischi solisti. Tra i fari: Beatles, Big Star, Kinks, Dylan. Curiosità: il tatuaggio della mappa del Texas, per “non dimenticare” quella fase di vita. Celebre anche la sua auto-ironia sulla fama: “I’m the wrong kind of person to be really big and famous.”
🕯️ 21 ottobre 2003 – La morte e le ipotesi (i fatti)
Smith muore a Los Angeles (Echo Park) per due ferite da coltello al torace. La fidanzata Jennifer Chiba racconta di aver estratto il coltello e chiamato i soccorsi: dettaglio che alimenta interrogativi e ricostruzioni. Il rapporto autoptico conclude la modalità di morte “undetermined” (indeterminata): i dubbi restano e attorno al caso si crea un’aura di controversia che durerà negli anni. Accanto al corpo fu rinvenuto un post-it scritto di suo pugno con la frase “I’m so sorry – love, Elliott. God forgive me”, il che fa pensare al suicidio.
📰 Media & stampa musicale – L’artista oltre il mito
Oltre i titoli di cronaca, i media insistono sull’artigianato melodico di Elliott: voce sottile che affronta temi duri, arrangiamenti minuti, testi da confessione sussurrata. L’etichetta DreamWorks lo saluta tra i cantautori più dotati della sua generazione. Critica generalista e specializzata (da Rolling Stone a Pitchfork) continuano a raccontarne l’impatto: canzoni che feriscono e consolano, come poche nel finire dei ’90.
💬 Fan & artisti – Un’eredità viva
Il muro di Figure 8 a Silver Lake diventa un altare spontaneo tra restauri, polemiche e fiori. Molti musicisti lo citano come riferimento: Ben Gibbard (Death Cab for Cutie), Phoebe Bridgers, Conor Oberst (Bright Eyes), tra i più espliciti nel riconoscerne l’eredità emotiva e di scrittura.

🎧 Brani & schermo – “Miss Misery” e oltre
Brano consigliato: “Miss Misery” (1997), dai titoli di coda di Good Will Hunting: nomination agli Oscar e la famosa esibizione in abito bianco. Il catalogo di Smith è spesso in cinema e TV: “Needle in the Hay” (The Royal Tenenbaums), “Between the Bars” (Good Will Hunting, Rick and Morty S2E7), “Say Yes” e altre gemme che hanno portato il suo sussurro a un pubblico più ampio.
💬 Commento top (YouTube)
“One of the most brilliant artists ever. He expressed his depression in such a beautifully tragic way. His music truly gets to you. Raw emotion.”
— @roberttarantelli4970, 9 years ago
Traduzione: “Uno degli artisti più brillanti di sempre. Ha espresso la sua depressione in modo tragicamente bellissimo. La sua musica ti arriva davvero. Emozione allo stato puro.”
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Ogni giorno un racconto che merita di essere ascoltato.