30 OTT 1971 – Pink Floyd: Meddle, l’eco che apre gli anni ’70

30 ottobre 1971 – Pink Floyd: Meddle

Introduzione – Un’eco che cambia il gioco
Il 30 ottobre 1971 i Pink Floyd pubblicano negli USA Meddle: un lavoro di transizione che apre la strada alla piena maturità artistica della band, tra paesaggi sonori, sperimentazione e visioni progressive.

Dietro le quinte – L’onda prende forma
Il disco nasce tra Abbey Road, AIR e Morgan Studios (1971). Le session, molto esplorative, portano alla costruzione di “Echoes”, suite di 23 minuti che occupa tutto il lato B. In “One of These Days” il basso ipnotico dialoga con il delay/tape-echo (celebre l’uso del Binson Echorec). La copertina ritrae un orecchio sott’acqua (foto di Bob Dowling), a evocare l’ascolto come immersione totale.

La scena parla – Riconoscimenti e stima
Meddle viene spesso letto come cerniera tra la psichedelia tardo ’60 e i futuri capolavori. Un lavoro corale che affina lessico, dinamiche e immaginario: sarà la base perfetta per l’era d’oro dei Floyd.

I fan & l’impatto – Un classico dal vivo
Echoes” diventa perno dei live (memorabile Live at Pompeii, 1972), mentre “One of These Days” resta un biglietto da visita di potenza e dinamica che continua a conquistare nuove generazioni.

Brano suggerito – “Echoes”
Ascolto consigliato: Pink Floyd – “Echoes”. Dal “ping” di Wright alla salita ipnotica, un viaggio che definisce album ed epoca.

Commento top (YouTube)

“Only problem with Echoes is once you start to listen you cannot stop, so everything you planned to will be delayed 23 minutes and 36 seconds.. But it will always be totally worth it.” — @jonord, 1 anno fa
Traduzione: “L’unico problema di Echoes è che, una volta iniziato, non puoi fermarti: tutto sarà rimandato di 23 minuti e 36 secondi… ma ne varrà sempre la pena.”


 

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