26 Set 1969 – The Beatles: Abbey Road illumina il rock

26 settembre 1969 – The Beatles, Abbey Road

Ieri i Doors, oggi i Beatles. Dopo aver ricordato Strange Days (25 settembre 1967) dei Doors, la nostra scelta ricade su uno degli album più acclamati di sempre: The Beatles – Abbey Road, pubblicato il 26 settembre 1969 nel Regno Unito. In un giorno ricco di compleanni e commemorazioni (tra cui Bryan Ferry, Alan Lancaster, Shannon Hoon, Robert Palmer) e altre uscite notevoli come il singolo “Purple Rain” di Prince (uscito il 26 settembre 1984), è ancora quel passaggio pedonale a fissare l’immaginario del rock.

Dietro le quinte: l’ultima magia in studio. Registrato tra febbraio e agosto 1969 con George Martin alla produzione, Abbey Road è l’ultimo album registrato dai Beatles (sebbene Let It Be uscirà nel 1970). Nonostante le tensioni interne, il quartetto decide di “alzare l’asticella”: suono lucido, arrangiamenti meticolosi e un medley sul lato B che diventerà un modello di narrazione in musica. Curiosità: la brevissima “Her Majesty” comparve come traccia “nascosta” sulle prime edizioni, anticipando la pratica della hidden track.

Elogi eccellenti e canzoni eterne. Le tracce simbolo—“Come Together”, “Something”, “Here Comes the Sun”—cristallizzano la maturità del gruppo. La ballata di George Harrison raccolse perfino l’elogio di Frank Sinatra, che definì “Something” “la più grande canzone d’amore degli ultimi 50 anni”: un sigillo che racconta la statura dell’album e la sua influenza trasversale.

Impatto, classifiche e una copertina lampo. Abbey Road vola in testa a UK e USA, e da decenni presidia le classifiche dei “migliori album di sempre”. L’iconica copertina fu scattata l’8 agosto 1969 da Iain Macmillan in appena pochi minuti, con un agente a fermare il traffico mentre la band attraversava le strisce davanti agli studi: un gesto semplice, divenuto mito.

Brano consigliato: “Something”. Eleganza melodica, chitarra dosata, voce che accarezza: “Something” è la dichiarazione d’amore che ha consegnato Harrison all’eternità. Riascoltarla oggi significa ritrovare l’equilibrio perfetto tra intimità e classicità pop.

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@liquidsnake68791 year ago (edited):
George was like that guy that chooses his words carefully and is always quiet but when he chooses to speak it's always brilliance. Not a lot of songs but the ones he did write are all amazing.”
Traduzione: “George era quel tipo di persona che resta sempre in silenzio, ma quando parla è sempre brillante e sceglie le parole con cura. Non ha scritto molte canzoni, ma quelle che ha scritto sono tutte straordinarie.”


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