18 luglio 1962: Jack Irons, il batterista che accese Pearl Jam e RHCP
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🥁 Jack Irons, il battito tribale del rock
Il 18 luglio 1962 nasceva a Los Angeles Jack Irons, destinato a diventare un pilastro della musica alternativa. Cresciuto in una famiglia che respirava musica, cominciò a suonare la batteria da bambino, trasformando ogni superficie in uno strumento. I suoi genitori, intuendone il talento precoce, gli regalarono il primo set vero. Da quel momento iniziò il percorso che lo avrebbe portato a scrivere alcune delle pagine più autentiche del rock anni ’90.
🔥 Dai Red Hot Chili Peppers ai Pearl Jam
Negli anni '80 Jack Irons fonda con Hillel Slovak e Flea una band chiamata inizialmente Tony Flow and the Miraculously Majestic Masters of Mayhem. Il gruppo diventerà presto noto come Red Hot Chili Peppers. Dopo la tragica scomparsa di Slovak, Jack lascia la band e prende un'altra direzione.
Ed è in questo momento che cambia il corso della storia del rock: Jack consegna una demo tape al suo amico Eddie Vedder, mettendolo in contatto con Stone Gossard, Mike McCready e Jeff Ament. Da quell'incontro nascono i Pearl Jam. Senza di lui, non ci sarebbe stata Alive, né Ten, né i Pearl Jam.
🎙️ Il rispetto dei grandi
I suoi compagni di band lo descrivono come un musicista “rispettoso del brano, mai invadente, ma essenziale”.
Stone Gossard lo chiamava “l’artigiano del groove”, mentre Neil Young, che lo volle al suo fianco in studio, ne apprezzava la discrezione e il tocco umano: “Non si mette mai in mostra, ma rende tutto più vivo”. Anche Eddie Vedder, legato a lui da un’amicizia nata sui campi da basket, ha sempre parlato di Jack con profonda gratitudine.
🌊 La voce dei fan e la consacrazione critica
I fan lo adorano per quel suo stile unico, fatto di colpi tribali, groove sincopati e intuizioni melodiche. Nei dischi Vitalogy e No Code dei Pearl Jam, la sua firma è presente in ogni battito.
Rolling Stone lo include tra i batteristi più influenti degli anni ’90, mentre NME lo celebra come uno dei “metronomi umani dell’alt-rock”. La sua musica continua a ispirare nuove generazioni di musicisti e appassionati.
🎧 Il brano da riascoltare oggi: Corduroy
Ti consigliamo di ascoltare Corduroy, uno dei brani simbolo di Vitalogy (1994).
La batteria di Jack è lì, protagonista silenziosa ma decisiva. Il suo groove accompagna le parole di Vedder come un respiro trattenuto, pronto a esplodere. Un brano intenso, nervoso e autentico.
💬 Il commento top sotto il video
“Jack’s drumming on Corduroy is mesmerizing—the perfect balance between power and finesse.”
— GrungeLover88, 3 ottobre 2015
«La batteria di Jack su Corduroy è ipnotica — potenza e finezza in equilibrio perfetto.»
🧠 Curiosità finale
Jack è da sempre un fan di Stewart Copeland e Keith Moon, e durante alcune sessioni ha utilizzato un coperchio di bidone al posto del piatto crash per ottenere un suono più grezzo e tribale. Una scelta che dice tutto sulla sua creatività.
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