08 luglio 1970: Beck, il genio alternativo nato perdente e diventato culto
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08 luglio 1970: Beck, il genio alternativo nato perdente e diventato culto
🎂 Oggi celebriamo il compleanno di uno degli artisti più sorprendenti, ironici e visionari del panorama musicale: Beck Hansen, nato l’8 luglio 1970 a Los Angeles, lo stesso giorno del compianto Andy Fletcher dei Depeche Mode. Ma oggi, il riflettore lo accendiamo su di lui. Figlio d’arte (padre arrangiatore, madre musa della Factory di Warhol), Beck cresce immerso in una cultura fatta di folk, jazz, musica sperimentale e arte visiva. Fin da piccolo si appassiona al blues del Delta, ma anche al punk californiano e alla spoken word. 🎨
🎸 A inizio anni '90, dopo anni passati a suonare per strada, esordisce nel circuito alternativo di Los Angeles con performance dadaiste e testi nonsense. Le influenze vanno da Woody Guthrie a Captain Beefheart, passando per Public Enemy. Il suo primo successo arriva nel 1994 con Loser, un brano nato da una jam registrata quasi per scherzo, diventato simbolo di un’intera generazione disillusa. Quella frase, "I’m a loser baby, so why don’t you kill me?", è un inno sarcastico per chi si sente fuori posto nel mondo post-grunge. Da lì parte una carriera che abbraccerà ogni genere possibile.
🌟 Beck è stato definito “il Bowie degli anni ’90” per la sua capacità di mutare stile a ogni album. Odelay (1996) è un collage geniale di hip hop, funk e garage rock. Sea Change (2002) è una delicata meditazione folk sull’amore perduto. Morning Phase (2014) gli vale il Grammy come Album dell’Anno, con parole d’elogio anche da artisti come Dave Grohl, Thom Yorke e persino Paul McCartney. “È un artista vero, che suona quello che sente”, ha detto di lui Macca. 🎼
🎧 I fan lo considerano un camaleonte sincero, capace di essere tanto danzereccio quanto intimo. I suoi dischi sono regolarmente inclusi nelle classifiche di Pitchfork, Rolling Stone, NME. In oltre trent’anni di carriera ha saputo essere cool senza sforzo, senza mai inseguire le mode. L’ha detto lui stesso:
“I’m just a loser in a good mood.” 😎
Un’autoironia che è diventata bandiera per tanti.
🎶 Oggi celebriamo Beck ascoltando “Devils Haircut”, uno dei brani più iconici di Odelay. Chitarre pesanti, beat funky e paranoia urbana: tutto in un solo pezzo. Il videoclip diretto da Mark Romanek è una corsa lisergica tra grattacieli, vetrine e alienazione metropolitana. Una perfetta sintesi della sua poetica urbana e surreale.
💬 Ecco il commento top sotto al video su YouTube:
"This song is like opening a random drawer in the universe and finding something that both terrifies and excites you." – @TravisAudioNerd, 08 luglio 2022
Traduzione:
“Questa canzone è come aprire un cassetto a caso nell’universo e trovare qualcosa che ti spaventa e ti eccita allo stesso tempo.”
Storie Rock – Artisti, Dischi, Ricordi
🎸 Ogni giorno un racconto che merita di essere ascoltato.