04 Ott 1986 – R.E.M.: Dan Rather e "What's the Frequency, Kenneth?"

R.E.M. "What's the Frequency, Kenneth?"

📰 Introduzione – Dalla cronaca al rock

La sera del 4 ottobre 1986, il giornalista Dan Rather viene aggredito a New York da uno sconosciuto che ripete ossessivamente la frase “What’s the frequency, Kenneth?”. L’episodio resta a lungo misterioso e, negli anni, entra nell’immaginario pop. La band R.E.M. trasformerà quell’enigma in musica, rendendolo parte della storia dell’alternative rock.

💿 Il disco – Monster (1994)

Otto anni dopo, i R.E.M. aprono Monster con “What’s the Frequency, Kenneth?”: un ritorno all’alto volume dopo la stagione più acustica. Chitarre ruvide, attitudine glam/garage, voce in primo piano: la firma di Stipe, Buck, Mills, Berry accende un album pensato per il palco, tra saturazione controllata e impatto immediato.

🗣️ Voci della scena – Significati e letture

Michael Stipe ha interpretato il testo come il ritratto di chi osserva i giovani senza capirli: ironia, straniamento e frattura generazionale. Musicisti e addetti ai lavori hanno spesso elogiato la tensione elettrica del brano e la sua capacità di trasformare un fatto di cronaca in linguaggio rock, senza perdere mordente melodico.

📈 Impatto, fan & curiosità

Il singolo conquista l’airplay, entra in Top 10 UK e in Top 40 USA, e diventa uno dei cavalli di battaglia live dell’era Monster. Curiosità: sulle radio alternative statunitensi debuttò direttamente al vertice, evento raro per l’epoca. Nel tempo, la canzone è rimasta un classico anni ’90, capace di unire fedelissimi e nuove generazioni.

🎧 Brano consigliato – Video

Riascolta “What’s the Frequency, Kenneth?” nel video ufficiale: 

💬 Commento top (ENG + ITA)

@aragusea — 6 anni fa

“When I was young and stupid and this song came out, I thought it was too simple. Simple chords, small sound, no flash. Now I understand that this whole album is four ace musicians giving a master class in restraint and taste.”
Traduzione: “Quando ero giovane e sciocco pensavo che questo brano fosse troppo semplice: accordi facili, suono piccolo, nulla di vistoso. Ora capisco che tutto l’album è una lezione magistrale di misura e gusto da parte di quattro musicisti straordinari.”


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